Se si pensa ad un giardino, una
delle prime piante che viene in mente è senza dubbio l’ortensia. Tutti la sanno
riconoscere, è una di quei fiori che fanno parte delle conoscenze botaniche
della maggior parte delle persone.
Le ortensie di casa Balostro
Il nome “Ortensia” è utilizzato
genericamente per indicare le varietà di Hydrangea
Macrophilla soprattutto sul continente Europeo. Nel mondo anglosassone invece
si predilige proprio il termine “Hydrangea” per identificare tutte le varietà
appartenenti a questo genere.
Gli studiosi attribuiscono la
scelta del nome Hortensia al botanico
francese Philibert Commercon che la trovò sul’isola di Bourbon nel 1771 e che
probabilmente la volle dedicare all’amica Nicole Reine Lepaute, chiamata
Hortense.
Il secondo termine Hydrangea (scelto per
identificare il genere) fu utilizzato per la prima volta dall’olandese Johann
Frederick Gronov nel 1739 per identificare una pianta spontanea della Virgina.
L’ipotesi più accreditata per l'origine di questo nome stabilisce che si tratta di un
neologismo di derivazione greca: Hydra (acqua)
e Angeon (recipiente) per richiamare
la forma dei semi che ricordano antichi recipienti per la raccolta dell’acqua.
Ma da dove arriva questa pianta
che predilige gli spazi un po’ ombreggiati di orti e giardini, che ha bisogno
di abbondanti irrigazioni nei mesi più caldi, ma che riesce ad adattarsi molto
bene anche ai terreni abbandonati dove, in assenza di potature, raggiunge
dimensioni notevoli? Per rispondere a questa domanda dovremo, ancora una volta,
imbarcarci su un vascello e tornare indietro nel tempo, fino al XVIII secolo.
La prima tappa ci porta in
America settentrionale alla scoperta dei primi esemplari di Hydrangea. Fu
l’esploratore John Clayton ad inviare in Europa un erbario nel quale comparve
il primo esemplare di Hydrangea, così chiamata dall’olandese Gronov e in
seguito catalogata da Carl Von Linné. Questo esemplare di idrangea americana,
in realtà aveva già fatto la sua comparsa nel giardino del mercante inglese
Peter Collison nel 1736, infatti i viaggi dei cacciatori di piante spesso erano
sovvenzionati da ricchi mecenati che erano i primi a ricevere semi o esemplari
vivi per le loro tenute.
Tra le varietà introdotte dal
Nord America, la più interessante èfu senza dubbio Hydrangea Quercifolia, così chiamata appunto per la forma delle
foglie molti simili a quelle della quercia e che presenta grandi infiorescenze
a forma di cono (panicoli). Ancora poco diffusa nei nostri giardini è
sicuramente una specie interessante, giunta in Europa dopo il 1773, anno della
prima classificazione.
Hydrangea Quercifolia
Hydrangea Quercifolia
Nel 1774 giunsero in Francia 34
casse contenenti l’erbario e gli effetti personali del già citato botanico
Commercon, morto sull’Isola di Bourbon nel 1773. Per sua volontà, le copie
dell’erbario furono consegnate ai principali atenei europei e ad alcuni
prestigiosi giardini botanici, tra cui quello di Genova.
Di ritorno dal Nord America, il nostro
viaggio alla scoperta delle ortensie prosegue a bordo di uno dei
Tea Clippers della Compagnia delle Indie Orientali sul quale incontriamo i
cacciatori di piante che, esplorando i giardini cinesi e giapponesi, si
imbatterono in questa nuova varietà botanica inizialmente paragonata al Viburno
e al Sambuco.
A Londra nel frattempo venne fondata la Linnean Society, diretta da Sir James Edward Smith che acquistò tutto il frutto del lavoro di Linneo e
pubblicò, tra il 1790 e il 1793 la tavola di una nuova varietà di origine
cinese Hydrangea Hortensis inviata
nel 1790 da Sir Joseph Banks (lo stesso dal quale presero il nome le Rose
Banskiae) e importata in Inghilterra dallo stesso Mr Slater che introdusse una
delle quattro rose cinesi di cui abbiamo già parlato, la Slater’s Crimson China.
Per tutto l’ 800 continuò il
febbrile e affascinante lavoro di cacciatori di piante e botanici che introdussero in Europa e a catalogarono nuove varietà di questa affascinante
specie diffusa spontaneamente nelle Americhe e in Asia.
Anche nel corso del ‘900 continuarono le importazioni e iniziarono le ibridazioni.
Anche nel corso del ‘900 continuarono le importazioni e iniziarono le ibridazioni.
In base a quanto suggerito dall’ibridatore
Michael Haworth-Booth le infirorescenze
si possono classificare in due tipologia: mophead, cioè globosa, quella della tipica ortensia, e lacecap, cioè a cuffia di pizzo tipica
delle varietà giapponesi. Molto interessante fare un tuffo all’interno di
queste spettacolari infiorescenze: i petali colorati più grandi sono sterili,
servono soprattutto per attirare gli insetti impollinatori sui più piccoli, a volte
minuscoli, fiori fertili.
Le foglie possono avere
dimensioni e forme diverse. Normalmente sono caduche e di forma ellittica e
lanceolata. Alcune hanno profonde nervature. Ricordo che uno dei giochi
preferiti della mia infanzia era “cucinare” per finta le foglie delle ortensie
del giardino di Langasco, ormai centenarie. Normalmente erano bistecche, ma
tagliate e striscioline sottili potevano anche diventare ottime tagliatelle al
pesto. I fiori erano per lo più ravioli o squisiti dolcetti.
Attenzione però perché l’ortensia
non è una pianta commestibile. L’unica cultivar
edule è la Hydrangea serrata Oamacha,
dalla quale i giapponesi estraggono un tè dolce utilizzato anche per rituali
lavaggi della statua del Buddha.
Hydrangea Oamacha
Hydrangea "Romance" nel mio giardino
Hydrangea "Mirai"nel mio giardino (1990 Mototeru Yatabe)
Ringrazio Simona, Cristina e Franco per avere condiviso con noi le foto delle loro spettacolari ortensie.
Per approfondire la conoscenza delle ortensie suggerisco "Ortensie e idrangee" Eva Boasso Ormezzano. Edito da L'Artistica Editrice
Le immagini di Hydrangea Quercifolia e Oamacha sono tratte dal web
Hydrangea Oamacha
Hydrangea "Mirai"nel mio giardino (1990 Mototeru Yatabe)
Ringrazio Simona, Cristina e Franco per avere condiviso con noi le foto delle loro spettacolari ortensie.
Per approfondire la conoscenza delle ortensie suggerisco "Ortensie e idrangee" Eva Boasso Ormezzano. Edito da L'Artistica Editrice
Le immagini di Hydrangea Quercifolia e Oamacha sono tratte dal web
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